Dott. Vincenzo Tarantino

 

Le Tonsille



Che cosa sono le tonsille?
Le Tonsille sono due organi linfatici a forma di mandorla poste nella faringe, tra bocca e gola, lateralmente alla base della lingua. Insieme alle adenoidi,alla tonsilla linguale e alle tonsille peritubariche fanno parte del cosiddetto anello del Waldayer.

A cosa servono le tonsille?
Il tessuto linfatico di cui sono costituite le tonsille è ricco di linfociti, cellule del sistema immunitario specializzate nell'analizzare i germi che entrano nel nostro corpo, memorizzarli e preparare la produzione di anticorpi specifici. Proprio per questo esse sono poste strategicamente all’imbocco della via aereodigestiva che costituisce la principale porta di ingresso dei germi trasportati dall’aria o dal cibo Questa funzione è attiva soprattutto nei primi tre anni di vita, periodo in cui il sistema immunitario fa conoscenza per la prima volta con i germi. Trascorso tale periodo la funzione immunologica delle tonsille viene meno, e la difesa viene assunta da altri organi del sistema immunitario.

Che cos’è la tonsillite?
La tonsillite è un processo infiammatorio delle tonsille palatine causato da un’infezione. Spesso l’infezione coinvolge contemporaneamente anche la faringe, in questo caso si parla di faringotonsillite. I germi colpevoli possono essere virus o batteri: le infezioni virali sono più frequenti in estate e autunno, quelle batteriche in inverno. I virus maggiormente coinvolti nella genesi della malattia sono: Adenovirus, Rhinovirus, Epstein-Barr virus (mononucleosi), Coxsackie; tra i batteri di solito si riscontra lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A (scarlattina), più raramente Haemophilus influentiae, Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae. La tonsillite è una patologia che può trasmettersi abbastanza velocemente in ambienti quali gli asili e le scuole, anche per questo interessa in particolar modo i bambini di età compresa tra 3 e 7 anni. Dopo i 12 anni il suo riscontro è meno frequente, ma comunque possibile.

Quali sono i sintomi di una tonsillite?
I sintomi della (faringo) tonsillite possono variare in relazione al tipo di infezione e all’età del bambino: fra i più caratteristici vi sono “mal di gola”, febbre, malessere generale, mal di testa, inappetenza e dolore alla deglutizione. Le tonsille si gonfiano, si arrossano e in alcuni casi possono essere ricoperte da essudato biancastro. Quasi sempre si apprezza l’ingrossamento dei linfonodi del collo. Qualche volta il bambino riferisce mal di pancia e abbassamento della voce.

Come si fa la diagnosi di tonsillite?
Riconoscere una tonsillite è abbastanza semplice, basta “guardare la gola”. Non altrettanto facile è però distinguere fra tonsillite virale e tonsillite batterica. In genere la tonsillite di origine virale si manifesta con mal di gola, arrossamento delle tonsille e febbre non elevata, sotto i 38 °C. Nella tonsillite batterica (che qualche volta “segue” quella virale) le tonsille sono arrossate, gonfie e ricoperte da placche biancastre, la febbre supera i 39°. I linfonodi del collo sono grossi e dolenti. Per impostare una corretta terapia può essere utile eseguire un tampone faringeo “rapido” per la ricerca dello streptococco beta-emolitico di gruppo A, in questo caso è necessaria la somministrazione di antibiotico.

Come si cura la tonsillite?
La terapia varia a seconda il microrganismo in causa. Nelle forme virali, che sono la maggioranza, l’antibiotico non è attivo: ci si deve limitare a controllare la febbre e il dolore con il paracetamolo. L’antibiotico deve essere riservato ai casi di infezione batterica. L’aspirina è controindicata per possibili gravi complicanze come la sindrome di Reye, molta prudenza comunque con tutti gli antinfiammatori. In ogni caso è bene che il bambino sia ben idratato e a riposo.

La tonsillite può dare complicazioni?
Se non correttamente trattata la tonsillite streptococcica può complicarsi con infezioni dei reni (glomerulonefrite) o, nei soggetti predisposti, evolvere nella malattia reumatica con interessamento del cuore e delle articolazioni. Quando l’infezione si diffonde ai tessuti che circondano le tonsille si possono creare ascessi che rappresentano una condizione critica in quanto possono restringere pericolosamente la via respiratoria.

Come si cura il “Titolo alto”?
Il TASL o titolo antistreptolisinico indica la concentrazione nel sangue di anticorpi contro lo streptococco beta emolitico di gruppo A. Ogni volta che incontra lo streptococco l’organismo, per difendersi, aumenta la produzione di anticorpi: il titolo si positivizza a 7-10 giorni dall’infezione, aumenta fino alla terza-quarta settimana per poi decrescere molto lentamente nell’arco di un anno. Questo fenomeno si ripete dopo ogni nuovo incontro per cui è frequente riscontrare aumenti del titolo anche in bambini perfettamente sani. Dunque il riscontro isolato del titolo elevato, in un bambino asintomatico e senza altri segni di infezione in genere non è da curare.

Quando è indicato l’intervento di tonsillectomia?
I criteri per porre indicazione alla tonsillectomia possono essere così sintetizzati:
- almeno cinque episodi di tonsillite acuta febbrile nell’ultimo anno con sintomi perduranti per almeno 12 mesi
- ovvero coesistenza di adenopatia laterocervicale significativa >2cm persistente dopo terapia antibiotica
- eventuale concomitanza di fenomeni complicanti quali segni di artropatia reumatica o di cardite reumatica
- uno o più episodi di ascesso peritonsillare,
- ingrossamento tanto spiccato da provocare disturbi della respirazioe e/o della deglutizione

- presenza di altre malattie associate quali: convulsioni febbrili, malformazioni app. respiratorio / app. cardiocircolatorio o altre gravi malattie croniche.


L'asportazione delle tonsille abbassa le difese immunitarie del bambino?
Assolutamente no. Come abbiamo visto le tonsille sono solo una piccola parte dell’anello difensivo linfatico: al contrario, se malate, le tonsille obbligano a ripetute terapie antibiotiche che, a loro volta, provocano un'alterazione delle difese immunitarie.

A partire da che età si possono operare le tonsille?
Se necessario, in ambiente pediatrico, si può intervenire fin dai 18 mesi di vita del bambino.

Le tonsille possono ricrescere?
Le tonsille sono racchiuse in una sorta di sacchetto, la capsula; se l’intervento viene eseguito correttamente asportando la tonsilla senza rompere la capsula questo non può accadere. Può accadere, invece, di lasciare dei piccoli frustoli di tessuto linfatico che nel tempo possono crescere e infiammarsi proprio come le tonsille. Anche per questo motivo noi siamo soliti eseguire la tonsillectomia con tecnica microchirugica cioè utilizzando appositi oculari di ingrandimento.

In cosa consiste l’intervento di tonsillectomia ?
Lo scopo dell’intervento di tonsillectomia è di asportare l’intera tonsilla, racchiusa nella sua capsula. In alcuni casi si può decidere di asportare solo una parte di tessuto tonsillare per ridurne il volume in eccesso: questa procedura viene definita tonsillotomia intracapsulare.
La tonsillectomia tradizionale prevede l’incisione dei pilastri palatini con un bisturi ed il successivo scollamento della tonsilla dai circostanti tessuti della faringe mediante appositi scollatori. Le aderenze che fissano il polo inferiore dell’organo alla base della lingua vengono poi tagliate utilizzando delle forbici, o recise mediante un filo metallico. Il sanguinamento che ne deriva viene infine arrestato cauterizzando o legando con punti di sutura i vasi interrotti.
La tonsillectomia bipolare mediante risonanza molecolare da noi utilizzata non prevede l’uso di strumenti taglienti e per questo il sanguinamento intraoperatorio è estremamente ridotto.

Cos’è il bisturi a risonanza molecolare ?
In pratica lo strumento da noi utilizzato è una pinza, realizzata in una particolare lega metallica, in grado di condurre l’energia quantica generata da una sofisticata apparecchiatura chiamata bisturi a risonanza molecolare.
Questa macchina eroga campi di onde ad alta frequenza che, grazie a un effetto di risonanza, rompono i legami molecolari delle cellule colpite “dissolvendo” il tessuto ed attivando contemporaneamente la coagulazione del sangue nei vasi. Le due estremità della pinza conducono energia di senso opposto, una punta è l’elettrodo positivo, l’altra quello negativo. Le due punte della pinza vengono appoggiate tra tonsilla e parete faringea; quando si attiva l’apparecchio l’energia quantica coagula i vasi e rompe le aderenze “scollando” la tonsilla che può essere così asportata in campo quasi esangue.

L’intervento di tonsillectomia è rischioso?
- L’intervento viene eseguito in anestesia generale con intubazione orotracheale e presenta i rischi generici di una anestesia generale, di fatto estremamente rari specie se eseguita in ambiente pediatrico appositamente attrezzato

- Il rischio chirurgico principale della tonsillectomia è rappresentato dal sanguinamento: è bene precisare che nessuna delle varie tecniche utilizzate per l’asportazione delle tonsille è del tutto scevra da rischi emorragici. Il sanguinamento può avvenire durante l’intervento o entro le prime dodici ore (emorragia precoce) ovvero tardivamente, fino a tre settimane dalla chirurgia (emorragia tardiva). L’emorragia precoce è la più impegnativa e per questo spesso richiede il ritorno in sala operatoria per l’emostasi chirurgica. Nella nostra esperienza l’uso combinato della risonanza molecolare e della microchirurgia, consentendo un’emostasi estremamente accurata, hanno reso questo evento oramai del tutto eccezionale. Le emorragie tardive possono verificarsi con più probabilità tra la quinta e la decima giornata e di solito si arrestano spontaneamente: anche in questo caso è indispensabile riportare il bambino a controllo.

Come starà il bambino dopo l’intervento ?
Dopo l'intervento il bambino avrà un dolore simile a quello di una tonsillite, sarà volutamente sedato per alcune ore e potrà presentare febbre e difficoltà alla deglutizione. Possibile la nausea. In ogni caso i medici e gli infermieri interverranno prontamente per limitare questi fastidi. Questi sintomi potranno protrarsi durante la convalescenza a casa che dura circa quindici giorni: al momento della dimissione riceverete tutte le informazioni necessarie sul comportamento da tenere e sui farmaci da somministrare in questo periodo. Al termine del periodo di convalescenza è necessario effettuare una visita di controllo durante la quale il chirurgo, verificato lo stato della ferita, fornirà tutte le indicazioni necessarie circa la prosecuzione delle cure e la ripresa della normale attività.



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